Uno dei metodi più innovativi ed efficaci per riscaldare gli ambienti della casa è rappresentato dai pannelli radianti a pavimento. L’aspetto più interessante di questo sistema è sicuramente una migliore distribuzione del calore in tutti gli spazi dell’abitazione che lo rende decisamente più efficiente rispetto a un sistema connettivo tradizionale. I vantaggi sono molteplici: l’annullamento della stratificazione delle zone riscaldate e il blocco di correnti d’aria che, nella maggior parte dei casi, contribuiscono allo spargimento di polvere creando problemi di allergie e patologie cardiovascolari. Inoltre, con l’installazione di un riscaldamento radiante a pavimento si evitano ingombri di qualsiasi genere, come termosifoni e ventilconvettori, con un notevole risparmio sul consumo di energia necessaria per il funzionamento dei sistemi tradizionali.
Il meccanismo di un sistema di riscaldamento radiante è piuttosto semplice: questa tecnologia utilizza acqua a bassa temperatura che entra in circolo nelle tubazioni collocate nello strato di massetto, consentendo di riscaldare o rinfrescare gli ambienti domestici con bassi costi di gestione e con risultati molto più apprezzabili rispetto a un sistema di riscaldamento normale. L’idea alla base di questo sistema innovativo è l’aumento di temperatura in maniera omogena e uniforme attraverso la trasmissione di calore per radiazione su una determinata superficie, che il più delle volte coincide con il pavimento ma può essere anche una parete o un soffitto. Il calore generato dall’acqua, che fluisce attraverso le tubazioni, viene “trasmesso” dai tubi al pavimento facendo diventare quest’ultimo un corpo radiante. La temperatura raggiunta da questi sistemi all’avanguardia è piuttosto mite e molto piacevole al tatto, ma può essere mantenuta in maniera costante per un lungo periodo d’azione senza gravare sui costi di gestione energetici domestici.
La trasmittanza termica indica la quantità di energia, in questo caso il calore, che può passare attraverso un materiale per un determinato periodo di tempo e ad una certa temperatura. Più precisamente, la trasmittanza misura la dispersione del calore che fuoriesce da una superficie (finestra, porta, parete, solaio) quando questa è investita da una variazione termica (per esempio, la differenza di temperatura tra esterno ed interno) e ha come unità di misura il W/m²K, cioè i Watt di energia termica dispersi dalla superficie di un materiale di grandezza pari a un metro quadrato, per ogni grado Kelvin di differenza rispetto ai due differenti ambienti.
In sostanza, minore è la trasmittanza maggiore sarà la capacità isolante di quel materiale.
Grazie alla natura del legno, i valori di trasmittanza variano da 1,90 a 2,60. Grazie alle sue proprietà naturali di assorbire energia e di essere un buon isolante termico, il legno viene impiegato nella bio-edilizia per la produzione di pareti e telai in grado di trattenere il calore interno con uno spessore minimo rispetto a una parete in muratura.
L’isolamento termico è una questione di primaria importanza quando si parla di eco-sostenibilità. L’elevato grado di qualità dell’isolamento termico delle pareti di un’abitazione non sono calcolabili prendendo in considerazione solo il valore della trasmittanza, ma anche parametri come lo smorzamento e lo sfasamento.
Lo smorzamento termico è una grandezza fisica che indica di quanto viene ridotta la temperatura esterna all’interno di un edificio in relazione alla temperatura media della superficie interna. Il valore che ne scaturisce è utile per determinare il comfort termico estivo con importanti ripercussioni anche sul risparmio energetico.
Il valore dello sfasamento termico è importante per calcolare il benessere termico all’interno della casa durante la stagione estiva. Durante i periodi più caldi la quantità di calore accumulata dall’involucro esterno viene rilasciata gradualmente all’interno degli spazi interni in un certo lasso temporale che attenua il picco di calore minimizzando il bisogno del rinfrescamento. Il valore ottimale dello sfasamento è di 12 ore. Gli effetti di tale inerzia termica sono quantificabili attraverso i valori dello sfasamento e dell’attenuazione, ossia il rapporto tra la variazione di temperatura esterna e il flusso che è necessario distribuire all’interno per mantenere costante la temperatura interna. Il Decreto Ministeriale del 26 giugno 2015 ha decretato il calcolo e i requisiti minimi per la prestazione energetica degli edifici, consentendo l’uso di metodologie costruttive e materiali a bassa massa in base all’andamento dei raggi solari.
Il ponte termico è da intendersi come una configurazione geometrica o strutturale idonea a creare una deviazione del flusso termico rispetto alle zone vicine. Più semplicemente, si tratta di un comportamento termico che investe una parte dell’abitazione rispetto alle zone circostanti (ad esempio i balconi o altre parti isolate).
La differenza di materiali e delle forme influisce sulla temperatura superficiale e sul differente flusso di calore. Per calcolare il ponte termico si fa riferimento all’ UNI EN ISO 14683 che permette un calcolo dei flussi termici mediante procedimenti semplificati in corrispondenza delle discontinuità tra i materiali dell’edificio. Il risultato finale sarà un valore, conosciuto come trasmittanza termica lineica (psi), che va moltiplicato per la lunghezza del ponte termico interessato per ottenere come risultato un valore di flusso termico espresso in W/K.
I ponti termici possono classificarsi in due diverse categorie: i ponti termici di forma, ossia fatti della stessa materia delle pareti circostanti; i ponti termici di struttura, quando il materiale costruttivo utilizzato differisce da quello delle pareti circostanti.
In termodinamica, l’inerzia termica è una grandezza che fa riferimento alla capacità di un elemento di variare gradualmente la sua temperatura in risposta a variazioni di temperatura esterna. L’unita di misura comunemente utilizzata è il W/s×K (potenza/tempo*differenza di temperatura). Per quanto riguarda gli edifici, le pareti e gli infissi che compongono la struttura devono essere realizzati con materiali ad alta inerzia termica, tipo le pietre naturali in grado di rallentare il flusso del calore estivo verso l’interno e viceversa. In pratica, un elemento con un’ottima inerzia termica deve avere eccellenti proprietà isolanti ma, allo stesso tempo, immagazzinare calore per poi “rilasciarlo” in un determinato momento.
L’EPI è un valore usato per misurare l’efficienza energetica di un’abitazione o un edificio tenendo conto del rapporto tra l’energia necessaria per ottenere una temperatura interna di 18 °C e la relativa superficie utile (zona interessata calpestabile). In sostanza, questo indice energetico misura il consumo totale di energia primaria consumata per il riscaldamento da un edificio in un anno per ogni metro quadrato di superficie.
Per ottenere un notevole risparmio energetico, la Comunità Europea ha stabilito importanti linee-guida mediante la direttiva 2002/91/CE sul “rendiconto energetico nell’edilizia” e la direttiva 2006/32/CE sulla “efficienza degli usi finali dell’energia”. L’Italia, essendo uno Stato membro dell’Unione Europea, ha dovuto adeguarsi a queste nuove disposizioni emanando leggi a favore dell’indice di prestazione energetica attraverso il decreto n. 59/2009, in cui è specificato l’indice di prestazione energetica mediante una suddivisione per classi (A, B, C, E ORO etc.)
Gli edifici prefabbricati Avantgarde rientrano nelle classi energetiche:
Il potere fonoassorbente indica la capacità di un materiale di assorbire i rumori e le onde sonore provenienti dall’ambiente esterno e viceversa. La propagazione dei suoni da una superficie all’altra avviene secondo processi differenti e, di conseguenza, sono necessarie determinate azioni per impedire questa diffusione. La soluzione classica è la realizzazione di pareti dal peso considerevole (per unità di superficie) con uno spessore piuttosto elevato o l’utilizzo di elementi caratterizzati da un alto peso specifico. Il processo mediante il quale una parete blocca le fonti sonore è molto più complicato e non fa riferimento solo alla sua massa, ma coinvolge anche altri fattori come l’impiego di materiali porosi o isolanti. L’indice del potere fonoassorbente è indicato con il valore R: più R sarà elevato, più la parete sarà in grado di “rimbalzare” i suoni esterni.
L’isolamento termico esterno, conosciuto anche con il termine “a cappotto”, è uno dei metodi più utilizzati in ambito edilizio perché consente di migliorare il benessere abitativo e ridurre i consumi energetici. Si tratta di un sistema che prevede l’applicazione di alcuni materiali sulla facciata esterna degli edifici per assicurare un perfetto isolamento termico.
Questa tecnica è composta da una serie di elementi e passaggi essenziali:
I vantaggi derivanti da tale isolamento termico sono davvero numerosi, ad esempio:
Isolamento ottimale dell’edificio all’insegna di un ambiente interno salubre, stabile e piacevole.
Notevole risparmio sui consumi di riscaldamento nel periodo invernale e viceversa.
L’applicazione di un cappotto termico protegge le facciate dalle intemperie e risolve i problemi inerenti ai ponti termici, cavillature delle pareti e fessurazioni.
Si tratta di una tecnica sicura e ben collaudata che garantisce prestazioni eccellenti e durevoli.
Con il cappotto termico l’edificio conserva il suo valore nel tempo.