Realizzata da Vo Trong Nghia Architets questa serie di esperimenti vuole arrivare ad una sempre maggiore integrazione degli alberi e della vegetazione all’interno delle case. Ecco perché si chiama “Case per gli alberi”. Scopiamole insieme!
Sperimentare nelle case
Vo Trong Nghia Architets in questi anni si “diletta” – meglio si impegna – nella sperimentazione di varie tipologie di architetture per inserire la natura, la vegetazione nelle abitazioni cercando di adattare il concetto di unione tra abitazione e i foresta nei diversi contesti nazionali e anche alle clientele.
Insomma, gli architetti di questo studio si stanno rivelando tra i più originali e interessanti interpreti della bioarchitettura contemporanea. Fiore all’occhiello di questa sperimentazione è sicuramente House for trees (case per gli alberi), che nascono proprio come esempio di architettura residenziale sempre più coesa tra la componente umana, artificiale e quella naturale.
Il nome, del resto, parla da solo: nella visione di Vo Trong Nghia l’edilizia non deve essere vista come unicamente al servizio dell’uomo, ma al servizio anche della natura nel suo insieme visto che gli alberi esattamente come gli esseri umani sono abitanti di questo pianeta ed è ora che imparino a convivere sotto lo stesso tetto.
Sicuramente l’impressione che si ha osservando l’opera di questi geniali architetti del Vietnam è proprio quella di una perfetta armonia tra le due parti. Queste case sono portatrici di un concetto piuttosto innovativo e radicale, soprattutto se contestualizzato al Vietnam, paese un tempo ricco di foreste che però sono state man mano ridotte con conseguenti disastri ambientali quali inondazioni, riscaldamento del clima e inquinamento nell’atmosfera.
Esemplare di questo declino è Ho Chi Minh City, città coperta di vegetazione solamente per lo 0,25%. A parte i disastri ambientali, un’altra spiacevole conseguenza di questa progressiva deforestazione è che le nuove generazioni di Ho Chi Minh e della sua area urbana, nate in spazi completamente cementificati, perdono sempre di più un legame con la natura.
Ecco perché la proposta di Vo Trong Nghia è perfetta per l’urgente sfida che il Vietnam deve affrontare, e cercano di inserire il verde anche nelle piccole case quando è possibile per la realizzazione di bolle verdi nelle città e diffondendo l’architettura ecosostenibile in Vietnam e nel mondo intero.
La serie House for trees è iniziata nel 2014 con un progetto omonimo, ovvero case con i tetti interamente ricoperti di verde e le cui funzioni abitative sono state divise in 5 volumi disposti intorno ad uno spazio comune.
Questi volumi sono stati progettati come dei grandi vasi che ospitino alberi tropicali e che fungono da bacini di detenzione e ritenzione dell’acqua piovana. Gli architetti i Vo Trong Nghia Architets sperano che il modello sia replicato perché consentirebbe di ridurre notevolmente il rischio d’allagamento e si avrebbero quindi edifici come strumenti di resilienza.
Tutte le case per gli alberi
Dopo questo primo progetto, la seconda Casa per gli alberi realizzata dallo studio è Binh House, una casa sviluppata intorno a delle terrazze a sbalzo fittissime di vegetazione. Si tratta di una strategia che permette sia di migliorare il microclima interno, grazie alla ventilazione naturale e alla luce diurna permessa in ogni stanza, sia di migliorare visibilità e interazione tra le componenti della famiglia grazie alle terrazze che si trovano sui vari livelli.
Ogni terrazza, poi, ospita diverse specie di piante e alberi, tra cui anche quelli da frutto, con conseguente introduzione dell’agricoltura urbana nelle abitazioni.
Segue poi la terza house for trees, che si chiama Stacked Planters House, realizzata nel 2017 e in cui gli architetti hanno concepito le stanze e gli ambienti domestici come dei volumi sorti su lastre orizzontali che fungono da punti di comunicazione, e che facilitano la ventilazione naturale ospitando al contempo gli spazi comuni principali. Queste lastre sono forate per permettere la crescita e lo sviluppo di alcuni alberi, in modo che l’abitazione sia perfettamente in armonia con la natura.
Attualmente in costruzione è la Ha Long Villa, una house for trees il cui progetto sorge sul concetto di doppia pelle, la quale per merito della distanza dal volume abitativo vero e proprio permette l’inserimento della vegetazione.
Ma l’ultima abitazione completata dal gruppo di architetti vietnamiti è Stepping Park House (traducibile come “casa parco a gradoni), una residenza che nasce come ibrido tra una casa e una foresta tropicale.
Questa abitazione di 252mq è appunto la più recente casa che completa la serie di House for Trees, e si sviluppa a tre piani nella nuova zona residenziale di Ho Chi Minh City, di fianco ad un parchetto.
Gli stessi architetti rivelano come sia una rarità nella metropoli vietnamita poter ottenere un complesso residenziale adiacente ad uno spazio verde pubblico. Per questo motivo hanno voluto creare un immobile che sia prima di tutto estensione di quell’ambiente, potendo integrare il verde tipico del parco all’interno delle sue mura.
Vo Trong Nghia spiega che la peculiarità e il fascino di questo progetto risiedono nel tentativo di realizzare qualcosa che unisca la comodità della vita in città, della vita metropolitana, alla qualità della vita tipica delle aree meno urbanizzate e più in sintonia con la natura che le circonda.
Ma la cosa più rilevante è che molto spesso queste intenzioni rimangono solo intenzioni, solo parole per i progettisti. Invece gli architetti vietnamiti hanno tradotto idee in concretezza, dimostrando voglia di cambiare e raggiungendo risultati altissimi nella loro ricerca.
Tutte le caratteristiche della Stepping Park House
Soffermiamoci un attimo in maniera più approfondita su quest’ultima creazione di Vo Trong Nghia Architets. La componente principale del complesso è un grande vuoto che va a tagliare trasversalmente tutto il volume dell’immobile attraverso i tre livelli su cui si sviluppa.
Questo vuoto è proprio il nucleo su cui poi si è sviluppato tutto il progetto, e intorno a cui si sono articolati tutti gli spazi e le componenti di connessione. Al pianterreno questo vuoto è un soggiorno aperto verso il parco, mentre al piano più alto lo stesso vuoto è uno spazio in comunità con la famiglia, ricoperto di vetri e ombreggiato dall’edera.
Ma non solo: questo vuoto unisce elementi di circolazione a componenti naturali quali appunto quelli vegetali (piante e alberi) dando alle varie camere tanta luce naturale in più. Proprio le camere, a differenza delle stanze comuni, sono poste in volumi solidi perforati all’esterno da nicchie utili per la piantagione di alberi che così trattengono la luce diretta del sole, rendono l’aria tropicale tipica della zona più fresca e con il fogliame rendono l’area più luminosa.
Ma Stepping Park House ha anche una sezione trasversale, una delle sue migliori qualità. Infatti la concezione di stanze private non come scatole dentro scatole ma come aree aperte verso l’ambiente, con viste sul verde ovunque dà una sensazione di continuità e benessere in ogni piano dell’edificio.
Ecco perché gli architetti sono riusciti a concepire nel progetto un ambiente del tutto simile a quello di una foresta, anche se questa foresta si trova all’interno. Infatti, le componenti interne, gli arredi, i soffitti sono fatti in legno per completare l’estetica interamente naturale della casa, mentre le componenti portanti in calcestruzzo sono poi rivestite in pietra bianca vietnamita.
Concludiamo dicendo che il vuoto è importante soprattutto per un fattore climatico, perché sfrutta l’effetto camino aprendosi in via diagonale verso l’alto a spronare la ventilazione naturale in tutta la casa rendendo praticamente quasi mai necessario l’impiego dell’aria condizionata.
Per tutti questi motivi, questo ultimo esempio di House For Tress è ormai il modello, il prototipo di casa sostenibile ed ecologica nelle zone tropicali del pianeta.