Sono quasi ultimati i lavori del grattacielo Libeskind, il terzo e ultimo edificio di Piazza Tre Torri nell’innovativo complesso di City Life. Viene denominato, per la sua forma particolare, “il Curvo” e si affianca a “lo Storto” (ovvero, la Torre Hadid) e a “il Dritto” (Torre Isozaki, la più alta delle tre). Vediamo insieme com’è fatto il grattacielo e cosa prevede il progetto.
Uno sviluppo che sembra non voler finire
Rinascimento meneghino. La rinascita di una città. Milano che corre, Milano che non si ferma, Milano che punta in alto, Milano che compete con le capitali europee. Sono questi gli epiteti che da molti anni ormai sentiamo dare al capoluogo lombardo, forse l’unica città in Italia ad andare controtendenza, e cioè a crescere e rinnovarsi, e questo lo vediamo dalle tantissime aziende che vi investono, vi fanno costruire le loro sedi contribuendo ad uno slancio urbanistico e architettonico come non se ne vedevano da tanti anni – e questa volta senza obbrobri da abusivismo edilizio.
Possiamo dire che sono due i progetti di riqualificazione del territorio più celebri e noti della città (pur essendocene, in realtà, molti di più). Il primo è quello del Progetto Porta Nuova, un enorme progetto di riqualifica – tra i più grandi al mondo – che ha letteralmente rilanciato Corso Como e la zona di Garibaldi con la bellissima Piazza Gae Aulenti, con il Bosco Verticale, con i complessi residenziali, la sede Google, la sede Microsoft, la Fondazione Feltrinelli.
L’altro è invece il protagonista di questo articolo, ovvero il complesso City Life ed ex Fiera di Lotto, oggi completamente rinnovati e sede anche qui di una nuova Piazza, Piazza Tre Torri che si affianca alla bellissima Piazza Giulio Cesare con la fontana e le villette in Stile Liberty.
Proprio qui ci sono le firme di alcuni tra i più grandi “archi-star” del mondo, tra cui Zaha Hadid che ha progettato l’omonima torre (lo Storto) e le palazzine di lusso dal design molto interessante (quelle dove abitano anche Fedez e Chiara Ferragni, per intenderci), Arata Isozaki e Andrea Maffei – autori della torre Isozaki, il Dritto – e infine Daniel Libeskind, architetto polacco naturalizzato americano che ha ideato Il Curvo, che è attualmente in fase di costruzione.
La torre Libeskind, una volta ultimata, con i suoi 175 metri sarà il terzo grattacielo di Milano per altezza, preceduto dall’Unicredit Tower di Gae Aulenti (231 metri) e dalla vicina di casa, la Torre Isozaki (242 metri).
Il Curvo è quindi il secondo più alto del complesso, che stacca di pochi centimetri la torre Hadid/Lo Storto che ha 44 piani ed è alta 170 metri. Tuttavia la Torre Libeskind avrà meno piani rispetto alla Hadid, ovvero “solamente” 31.
Il progetto del Grattacielo Libeskind
La storia del Curvo è interessante, quasi bizzarra. Innanzitutto è bene dire che ha ottenuto la pre-certificazione LEED Gold, e che il progetto originale era un po’ più coraggioso visto che lo voleva davvero curvo, ovvero una sorta di C sbilanciata in avanti rispetto alla verticale degli ascensori. Tuttavia, tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, e infatti questa curvatura risultava troppo costosa per essere realizzata e quindi hanno dovuto rendere il Curvo un po’ meno Curvo.
Libeskind presentò la sua idea per Milano circa 15 anni fa, descrivendolo come un immobile un po’ inclinati in avanti e che prende spunto dalla Pietà Rondanini, ovvero un incarnamento di corpi che dia l’idea di senso di protezione e che faccia entrare la torre “in contatto” con le sue vicine. E come se si inchinasse per “baciare” la vicina Torre Hadid.
Comunque, nonostante le modifiche di progetto in itinere, il grattacielo Libeskind è più curvo rispetto alle altre due torri, pur avendo una curvature molto meno vistosa di quanto ideato dall’architetto statunitense.
Alla fine del 2018 lo scheletro interno del grattacielo era pronto, e adesso nel cantiere si sta procedendo al “rivestimento” esterno in modo da finire tutta l’opera architettonica nel prossimo anno, ovvero nel 2020 quando svetterà nei suoi 175 metri di altezza sviluppati in 21 piani, per un totale di 33.500m2 di superficie. Il grattacielo ha un costo progettuale di 280 milioni di euro.
Ciò che è già stato fatto, oltre allo scheletro, sono anche i due piani sotterranei ospitanti i parcheggi e che collegano al piano commerciale (dove si trova, appunto, il centro commerciale City Life) ma la cosa bella è che comunque abbiamo già un’idea dell’aspetto finale del grattacielo che già è esistente e si mostra ai visitatori e ai cittadini.
Struttura
Come i suoi “fratelli” (adottivi, visto che sono figli di altre persone) il grattacielo Libeskind ha seguito criteri progettuali per una sostenibilità ambientale molto innovativa. C’è infatti una struttura interna realizzata in calcestruzzo armato attorniata da 20 pilastri perimetrali in calcestruzzo con rivestimento in acciaio.
Come detto fino adesso, l’elemento fondamentale è la curvatura ispirata alle cupole rinascimentali. Inoltre ci saranno 8 ascensori che fungeranno da collegamento tra gli uffici e le sale conferenze.
Questo corpo di ascensori ricopre tutto l’edificio nella sua altezza, e si divide in due blocchi – A e B – strutturalmente simmetrici mentre localmente asimmetrici, se si considerano le vie di fuga.
I piani, nella loro superficie, saranno diversi tra loro perché naturalmente dovranno adattarsi allo sviluppo e alla forma del grattacielo: una cosa positiva, che rende gli ambienti molto dinamici anche se poi la suddivisione degli spazi lavorativi è organizzata nello stesso modo.
La corona (cioè la sommità del grattacielo) è caratterizzata da volumi vetrati con linee geometriche che completano la forma sferica che del resto connota tutto il concept architettonico di questo edificio.
Inoltre la corona nasconde gli ingombri dovuti agli extracors di ascensori e montacarichi, e anche il sistema d’accesso e gestione della facciata.
Daniel Libeskind
Daniel Libeskind è un architetto polacco naturalizzato Statunitense, ed è annoverato tra i più grandi rappresentanti del decostruttivismo. La sua posizione di “icona” di questo stile architettonico la deve ad un’opera di grande successo e impatto, ovvero il Berlin City Edge progettato da Libeskind nel 1987.
Un immobile che occupa ben due isolati per una lunghezza di 450 metri, e che però non è mai stato realizzato realmente, rimanendo solo un progetto. Ciononostante fu giudicato talmente all’avanguardia da vincere il primo premio all’IBA City Edge Competition.
È così che prende slancio la sua carriera, tanto da poter aprire degli studi architettonici a Zurigo, Milano, New York e Berlino, dove l’architetto vive dopo aver vinto il concorso per l’ampliamento del museo ebraico della capitale tedesca.
Tra le sue opere più celebri c’è La linea del Fuoco, un centro per l’arte contemporanea costruito a Ginevra (Svizzera) e che è nato dopo aver ripreso alcuni bozzetti che in realtà erano stati fatti per un altro progetto. Da questo edificio è nato anche il titolo del suo libro, La linea del fuoco. Scritti, disegni, macchine dove parla del suo percorso di ricerca.
Libeskind ha realizzato anche altri musei, edifici residenziali, centri per la ricerca e spazi pubblici, per lo più in occidente, in Europa e in America. Libeskind ha anche contribuito al progetto per la ricostruzione del World Trade Centre, iniziato dopo che nel 2002 ha vinto il concorso per la ricostruzione di questo progetto.
Gli edifici sono stati poi affidati ad un altro architetto, David Childs, che però non ha tenuto molto conto dell’idea di Libeskind a parte l’altezza della torre, ovvero 1776 piedi (540 metri più o meno) corrispondenti all’anno della dichiarazione d’indipendenza americana dall’Impero Britannico.