I vecchi impianti di riscaldamento dell’acqua, gli scaldabagni, collegati agli impianti di riscaldamento, sono molto inquinanti e rientrano quindi in quegli elementi che oggi si cerca di pensionare e sostituire. Una buona soluzione è rappresentata dagli Scaldacqua, di cui ne esistono tanti tipi per tutte le esigenze e le necessità.
Non dare niente per scontato
Oggi consideriamo normale l’idea di regolare la temperatura dell’acqua per sciacquare le verdure, cucinare, lavare i vestiti, lavarci. Ma non dimentichiamoci che fino a non molto tempo fa l’acqua veniva raccolta da fontane e pozzi del paese e messa in tinozze, riscaldata e usata per l’igiene personale.
E anche quando le abitazioni, piano piano, sono state dotate di acqua corrente e dei primi impianti di riscaldamento, si usavano solo nel bagno e da qui infatti hanno preso il nome di Scaldabagno.
Nel tempo, però, necessità e comfort domestico sono cambiati, per cui l’uso dello scaldabagno si è pian piano diffuso in altri ambienti della casa, tra cui la cucina, per cui si è arrivati al termine scaldacqua (anche se si tende ancora a chiamarlo scaldabagno).
Quando sono arrivati anche i sistemi di riscaldamento, le abitazioni dotate di riscaldamento autonomo hanno installato delle caldaie elettriche o tradizionali per regolare la temperatura dell’acqua impiegata nel sistema di riscaldamento stesso, e per l’acqua adibita agli usi sanitari.
Nelle abitazioni con riscaldamento centralizzato, tuttavia, nelle seconde case o nelle case prive di riscaldamento, lo scaldacqua riamane molto diffuso. È quindi un oggetto decisamente lontano dall’essere pensionato, e che quindi merita di essere approfondito.
Lo scaldacqua è da sempre visto come un divoratore di energia e causa di bollette elettriche particolarmente salate, ma anche lui nel tempo ha fortunatamente conosciuto un’evoluzione tecnologica che lo ha reso molto efficiente e che ha permesso la nascita, oggi, di modelli molto performanti, integrati nelle tecnologie sostenibili e rinnovabili e che quindi scaldano l’acqua rispettando al contempo l’ambiente.
Come di qualsiasi cosa, ci sono diversi tipi di scaldacqua: quelli elettrici, quelli a pompa di calore, quelli a gas istantanei, quelli a gas ad accumulo, e quelli a legna. Vediamoli tutti più nello specifico.
Scaldacqua elettrici
Nello scaldabagno elettrico, l’acqua viene fatta passare in una serpentina e tramite una resistenza viene riscaldata. In quelli elettrici istantanei, si ha il riscaldamento dell’acqua solo quando richiesto.
In breve, quindi, uno scaldabagno elettrico istantanea funziona con un’immediata produzione di acqua calda, e una generazione di elevatissimi picchi di potenza, i quali cessano quando non c’è più richiesta di acqua calda all’interno dell’abitazione.
Ciò che rende uno scaldacqua elettrico di ultima generazione molto, molto più efficiente a livello energetico di quelli più vecchi è sicuramente il sistema di accumulo. Infatti nello scaldacqua elettrico ad accumulo l’acqua riscaldata si accumula, appunto, nel serbatoio e quando l’utente la richiede viene rilasciata senza quindi andando ad assorbire altre energie elettriche dalla rete.
Gli scaldacqua tecnologicamente più avanzati hanno diverse funzioni, tra le quali la possibilità di essere programmati per scaldare l’acqua nelle fasce d’orario più convenienti a seconda dei prezzi del gestore di energia elettrica; la capacità di prendere nota, memorizzare le abitudini dell’utente; l’integrazione con sistemi di energia elettrica rinnovabile.
Inoltre, lo scaldacqua elettrico, visto che non deve scaricare fumi, si installa molto facilmente.
Scaldacqua a pompa di calore
Uno scaldacqua a pompa di calore va a sfruttare il calore dell’aria come sorgente rinnovabile volta a riscaldare l’acqua, in modo da avere molta più efficienza. Questi macchinari si basano sul passaggio di un liquido refrigerante in un circuito di tubi.
In base alle condizioni della temperatura e del calore in cui si trova, questo liquido (in alcuni casi anche gas) rilascia o assorbe dall’acqua un po’ di energia, in modo da riscaldarla o raffreddarla.
Si raccomanda quasi sempre di scegliere uno scaldacqua a pompa di calore, visto soprattutto che la sostituzione di impianti con sistemi che sfruttano le fonti rinnovabili gode delle detrazioni fiscali degli Ecobonus.
Nello specifico, questi impianti sono consigliati in quelle abitazioni in cui si fa molto uso di acqua calda.
Scaldacqua a gas
Come gli scaldacqua elettrici, quelli a gas si trovano in istantanei e ad accumulo. Entrambi comunque riscaldano l’acqua con una fiamma data da metano, butano o GPL. Quelli istantanei, oltre ad essere ovviamente alimentati a gas, non sono dotati di un serbatoio di accumulo dell’acqua.
Quindi come quelli elettrici istantanei, questi scaldacqua a gas rilasciano acqua calda solo quando e se richiesto, nel momento in cui il rubinetto dell’acqua calda viene aperto. Per questo motivo, per avere acqua calda rapidamente, dovrebbero essere posti vicino a dove l’acqua calda è più richiesta.
Gli scaldacqua a gas ad accumulo hanno, come detto e come le loro controparti elettriche, un serbatoio dove accumulano acqua. Questa tipologia di impianto ha dei costi più alti rispetto allo scaldacqua a gas istantaneo, ma tra i vantaggi c’è quello di erogare un abbondante flusso d’acqua, a temperatura costante e anche molto velocemente. Si raccomandano se si fa molto uso di acqua calda, per esempio in abitazioni con due bagni. E si raccomanda di usare lo stesso scaldacqua anche per la cucina.
Scegliendo il giusto modello e la giusta alimentazione, uno scaldacqua a gas si può installare all’interno o all’esterno della casa o dell’appartamento. Si può inoltre integrare alla pompa di calore o ai pannelli solari per migliorarne l’efficienza, e ancora possono essere gestiti a distanza nonché dotati e annessi ad altri impianti.
Scaldacqua a legna
Se non c’è energia elettrica in rete o un impianto a gas, la scelta può ricadere su uno scaldacqua a legna il cui funzionamento vede scaldare l’acqua con il calore rilasciato dalla legna bruciata nella camera di combustione, posto al di sotto della camera di accumulo dell’acqua.
Sono quindi impianti alimentati manualmente che però si possono “arricchire”, per così dire, di una resistenza in modo da farli funzionare elettricamente. Inoltre si possono unire al sistema di riscaldamento della casa. Sono più ingombranti degli altri, perché richiedono il collegamento con l’esterno per scaricare i fumi.
Incentivi fiscali
Gli Ecobonus, come ben sappiamo prorogati anche nel 2019, hanno degli incentivi fiscali per i sistemi di riscaldamento, in cui rientrano anche gli scaldacqua. Questi incentivi sono però previsti solo per scaldacqua a pompa di calore, per i quali si può avere una detrazione fiscale del 65% per un intervento non superiore ai 30mila euro.
Quindi gli Ecobonus premiano un certo tipo di riscaldamento, ed è quindi molto importante quando si sceglie l’impianto, considerare l’eventualità di poter sfruttare queste agevolazioni. L’ENEA (Agenzia Nazionale per l’Efficienza Energetica) ha pubblicato, aggiornandole, le schede per tutti i lavori che possono godere di questi incentivi fiscali, ovvero:
- Scaldacqua a pompa di calore, pompe di calore altamente efficienti, impianti geotermici a bassa entalpia, che prevedono detrazioni del 65% per una spesa di massimo 30mila euro.
- Collettori solari per la produzione di acqua calda, anch’essi con detrazione del 65% con spesa massima di 60mila euro.
- Caldaie a condensazione, generatori ad aria a condensazione. In questo caso a seconda dell’intervento si ha un bonus o del 50% o del 65% (spesa massima 30mila euro).
- Caldaie a biomassa (con sostituzione o nuova installazione di impianti di riscaldamento fatti di generatore di calore alimentato a biomassa) che prevede una detrazione del 50% con spesa massima di 30mila euro.